Corsi e Sicurezza al femminile

Donne al lavoro nella sicurezza

La sicurezza non ha età e soprattutto non ha sesso. La sicurezza è il secondo gradino nella piramide dei bisogni umani definita da Maslow.

Quindi, cosa vuol dire sicurezza?

Bisogno di salvezza e protezione, come indica Maslow, e bisogno di sapere che quello che faremo non (ci) procurerà danni o effetti indesiderati. Sapere, appunto. Quindi, si presuppone il conoscere.

La formazione ha giocato un ruolo fondamentale, talvolta eccessivo e stressante per la sua burocrazia, nella conoscenza di ciò che è sicuro e ha valore per noi. In termini economici ha portato certo dei costi, ma ha condotto anche alla creazione, definizione e qualificazione di nuove figure lavorative, aprendo inoltre nuovi percorsi professionali.

E non è sempre vero che quando si parla di sicurezza, e quindi di burocrazia, a cui spesso viene associata come in un lapsus improvviso, ci si debba necessariamente annoiare. Fare formazione produce valore e lavoro, regala soddisfazioni e sentimenti civici (ormai desueti) e, se fatta con passione, diverte e arricchisce!

Le donne hanno trovato uno spazio privilegiato in questo nuovo ruolo che è il formatore sulla sicurezza che, grazie alle loro doti innate, hanno saputo cucirsi addosso con precisione, creatività e perfezionismo.

In parallelo, la sicurezza è diventata, oltre che formazione, anche certificazione e abilitazione. Via libera, quindi, per nuovi specializzazioni come i carrellisti o mulettisti, gli operatori di gru e di PLE… Un tipo di lavoro meno blindato di un tempo, che oggi le donne possono apprendere e praticare con più facilità, grazie proprio all’obbligo di frequentare un corso e conseguire un’abilitazione specifica.